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venerdì 30 settembre 2011

Supercompensazione

La supercompensazione è un'arma che un atleta dovrebbe conoscere bene, per poterla utilizzare a suo favore.

Nella vita di uno sportivo sarà sicuramente capitato di aver esagerato con gli allenamenti, a me è capitato più di una volta, un pò per la voglia di migliorare velocemente e un pò per la dipendenza che crea lo sport praticato con passione, ne sono ancora affetto da questa dipendenza, la chiamo dipendenza da endorfine

Con il tempo e lo studio ho capito che per migliorare bisogna attenersi a delle regole scritte dal nostro corpo.Senò si cade nella sindrome da sovrallenamento(difficoltà a prendere sonno, mancanza di appetito,stanchezza cronica e assenza di progressi negli allenamenti).Si verifica in sostanza una fase in cui l'organismo, con una reazione di autodifesa dall'attacco stressante e continuo dell'allenamento, si rifiuta letteralmente di reagire e progredire. Bisogna comprendere l'importanza del riposo tra le singole sedute di allenamento.Il riposo molte volte viene relegato a periodi di infortuni , vacanze estive ecc. Il riposo è fondamentale !!! Vi chiederete il perchè ??
La risposta è la supercompensazione.
La supercompensazione è l'insieme dei processi fisiologici e biochimici fondamentali per il mantenimento del benessere organico e per il progresso in termini di allenamento.

La supercompensazione è un processo di reazioni fisiologiche all'allenamento o ad un periodo allenante, che ha come risultato finale il raggiungimento di un potenziale fisico, in termini di forza e rendimento, superiore rispetto a quello che si aveva prima dell'allenamento o del periodo allenante.Questo permette di affrontare i nuovi allenamenti con un miglioramento.

Funziona in questo modo : 

Durante l' allenamento e dopo il corpo è soggetto a un certo livello di affaticamento, causato dalla diminuzione delle scorte energetiche, dallo stress a cui è stato sottoposto, dall'accumulo di acido lattico. In questo modo vi è un' alterazione dell'omeostasi (condizione di equilibrio del corpo a riposo).

Dopo ogni sessione di allenamento e durante il riposo, si verifica una compensazione (rappresentata nel grafico) durante la quale le riserve energetiche e le potenzialità neuro-muscolari vengono ripristinate  e la curva, precedentemente scesa sotto il livello normale, comincia a risalire verso la condizione di omeostasi. Questo fenomeno necessita di un numero di ore dipendente da vari fattori ; come intensità, volume e durata dell'allenamento.Se questo tempo di riposo è correttamente programmato, si da all'organismo la possibilità di recuperare tutte le scorte energetiche perse e di acquisire quel qualcosa in più che fa la differenza. Questo rifornimento energetico porta alla supercompensazione e da forze superiori per allenarsi con più intensità. Mentre far passare troppo tempo dalla supercompensazione può essere negativo, può portare a un peggioramento dell'allenamento.




Tempi per la supercompensazione in base all'attività svolta:

AEROBICO/CARDIOVASCOLARE AEROBICO 6-8 ore

FORZA MASSIMALE ANAEROBICO/ALATTACIDO 24 ore

IPERTROFIA/DEFINIZIONE ANAEROBICO/LATTACIDO 36 ore

Il massimo adattamento lo si ottiene applicando il nuovo stimolo al culmine della fase di Supercompensazione



per informazioni
Augusto Bonetto
ago.ptrainer@libero.it

mercoledì 28 settembre 2011

Come prevenire l'overtraining

Per prevenire la sindrome del sovrallenamento bisogna effettuare una programmazione del recupero.
Incrementare i carichi in modo programmato, provoca modificazioni funzionali positive, che portano alla supercompensazione.


Molto spesso  gli elevati volumi e intensità degli allenamenti attuali, ai quali si aggiunge un numero crescente di gare, pongono a tutti coloro che devono programmare l'allenamento problemi rilevanti, specialmente per quanto riguarda un rapporto ottimale tra carichi di allenamento e di gara. Quando si parla di  recupero occorre distinguere il recupero passivo, nel quale l'atleta viene sottoposto a interventi quali fisioterapia, idroterapia,elettrostimolazione e agopuntura,al recupero attivo in cui l'atleta pratica lavoro aerobico leggero, allungamento muscolare. Il recupero dopo la gara dovrebbe essere svolto attraverso pause che permettano il completo ristabilirsi dell'organismo. Spesso quando si hanno impegni sportivi  frequenti il recupero viene sottovalutato,portando a fenomeni di fatica e sovrallenamento. La pianificazione di un programma di recupero deve essere personalizzata su ogni atleta, tenendo in considerazione stile di vita e abitudini del soggetto.

Obiettivi delle misure di recupero fisiologico :

Riduzione del periodo catabolico favorendo quello anabolico  
Accelerazione del ristabilimento della omeostasi corporea
Riequilibrio dello stato immunitario e ormonale 
Eliminazione di contratture, tensione e dolore 
Prevenzione degli infortuni 
Ripristino delle scorte energetiche



Tempi di recupero 

Ricostruzione delle riserve di fosfo-creatina 4-5 minuti

Riequilibrio stato di acidosi  diminuzione lattato 30 minuti

Passaggio da catabolismo ad anabolismo 90 minuti

Ricostruzione glicogeno epatico 24 ore

Ripristino proteine contrattili 4-5 giorni

Forme di recupero

 lavoro aerobico leggero, per produrre endorfine ed eliminare le scorie metaboliche e acido lattico

allungamento muscolare, per eliminare squilibri motori;

massaggio defaticante, per ristabilire il giusto tono muscolare; 

integrazione dei liquidi perduti durante lo sforzo.

lunedì 26 settembre 2011

L 'overtraining

L'overtraining  è una problematica portata da uno squilibrio che si verifica quando l'attività fisica praticata è troppo intensa, tanto che l'organismo non riesce, nei tempi di recupero, a eliminare la fatica che si è accumulata.

ago.ptrainer@libero.it
Questa problematica è conosciuta come sovrallenamento, può provocare un continuo stato di stess psicofisico,che potrebbe sfociare nel "rifiuto di allenarsi".Danneggiando così prestazioni atletiche e rendendo più vulnerabile l'organismo dello sportivo a eventuali infezioni.

Vi è la possibilità di effettuare alcuni test di laboratorio per la diagnosi dell overtraining come ad esempio la ricerca della concentrazione della glutammina sierica, che diminuisce costantemente nell'overtraning. 
Fattore davvero importante è quello psicologico;
infatti l'allenamento troppo intenso può indurre l'atleta a sensazioni di inadeguatezza, scoraggiamento fino alla depressione ed alla sindrome di stanchezza cronica.

Alla base di quasi tutti i fenomeni di sovrallenamento vi è un'errato dosaggio del  rapporto fra intensità degli allenamenti e recupero.Negli atleti agonisti questa sindrome può derivare da gare troppo ravvicinate, errata preparazione atletica, stress ripetuti, mancanza di sonno, alimentazione non corretta, stle di vita.



                                                                         Sintomi dell'overtraining (sovrallenamento)

ago.ptrainer@libero.it
Sensazione di affaticamento, dolori muscolari, depressione
Performance ripetutamente scadenti ,inspiegabili
Un aumento della  vulnerabilità alle infezioni e disturbi gastrointestinali
Un Aumento della frequenza cardiaca a riposo e della pressione arteriosa
Lesioni da sovraccarico
Una diminuzione del livello di testosterone 
Variazione dell'ematocrito 


mercoledì 21 settembre 2011

Cicli di allenamento


L'allenamento ha dei cicli ben definiti:

Il periodo che va dal giorno in cui inizio ad allenarmi al giorno in cui voglio aver raggiunto il  mio obbiettivo che può essere, l'ipertrofia, la forza , la velocità , la definizione si chiama "Macrociclo".

Il macrociclo si suddivide in Mesocicli  solitamente della durata di 6/8 settimane durante i quali bisogna concentrarsi sugli obbiettivi intermedi

Il mesociclo a sua volta è suddiviso in Microcicli, la cui durata è misurata nei giorni che occorrono per allenare tutto il corpo.

Il microciclo sarà diviso in singole sedute di allenamento

Cosa molto importante è inserire un ciclo di scarico sia di volume che di intensità , per poi cambiare nuovamente stimoli allenanti ,dopo un breve periodo di riposo 5/6 giorni 


buon allenamento ...

martedì 20 settembre 2011

PIANIFICAZIONE ALLENAMENTO

Buon giorno a tutti ...

In questio articolo vi darò delle informazioni su come pianificare i vostri allenamenti per raggiungere gli obbiettivi prefissati, per farvi riflettere sul come allenarsi e su come vi state allenando.

Iniziamo col dire che i muscoli del nostro corpo sono molto furbi e si abituano a tutti gli sforzi ,per fare meno fatica possibile.
Di conseguenza è importantissimo cercare di colpirli con stimoli sempre diversi.
Potevo dire più intensi ma non sarebbe corretto, perchè nella pianificazione dell' 'allenamento sono fondamentali momenti di scarico.Se andiamo a parlare di allenamenti, mirati all'ipertrofia, dobbiamo chiederci cosa si ipertrofizza all'interno del muscolo.Al suo interno troveremo : fibre muscolari bianche, fibre muscolari rosse, fibre intermedie, mitocondri, capillari,depositi di glicogeno,depositi di fosfati,tessuto connettivo.

Cosa davvero insensata è allenare tutto l'anno uno o due gruppi muscolari con l'intenzione di sviluppare al massimo l'ipertrofia.
L'allenamento risponde a leggi fisiologiche precise. Chi capisce questi concetti  e pianifica il proprio percorso di sviluppo muscolare, alla fine avrà i risultati che si è prefissato.La cosa più importante è l'obbiettivo, dal quale si parte per pianificare l'allenamento. E' inutile che mi alleni a correre la maratona se il mio obbiettivo è fare i primi 3 metri di scatto, come è inutile che alleni solo la forza, quando il mio obbiettivo è aumentare la massa muscolare.

Per quanto riguarda lo sviluppo totale della componentistica muscolare dovremmo agire
su carichi, ripetizioni e tempi di recupero.Se voglio stimolarele fibre di tipo veloce o bianche avrò bisogno di carichi elevati e di ripetizioni medio-basse. Per stimolare la componentistica resistente o rossa della muscolatura occorrono carichi medi e ripetizioni medio-alte.

Il mio intento è quello di far comprendere che l'allenamento in cui eseguo sei serie da sei ripetizioni con carichi mastodontici per dodici mesi l'anno, non è sicuramente la chiave per il successo.L'importante é variare il tipo di stimolazione ogni 7/8 settimane a seconda dei risultati dell'allenamento.Altrettanto importante è il riposo e l'inserimento nella pianificazione annuale di cicli di scarico sia in volume che in intensità. Se il vostro muscolo verrà colpito da vari tipi di stimoli, da vari tipi di intensità, da volumi più o meno elevati, da riposi più o meno lunghi, da carichi ora elevati ora leggeri, andrà in confusione e per tornare in sé dovrà migliorarsi.

Buon allenamento a tutti  .......

per informazioni
Augusto Bonetto
ago.ptrainer@libero.it

sabato 17 settembre 2011

La pliometria

La pliometria  attualmente applicata ad alcuni esercizi che hanno avuto origine in Europa, dove inizialmente erano conosciuti come jump-training (allenamento al salto)
La pliometria divenne rapidamente nota a allenatori e atleti come una serie esercizi capaci di unire la forza con la velocità dei movimenti, per generare potenza. Verso la fine degli anni ’70 i praticanti di molti altri sport, iniziarono ad utilizzare questo tipo di allenamento.
L’esercizio pliometrico è un tipo di esercizio in grado di far produrre a un muscolo la sua massima forza nel più breve tempo possibile.


L’esercizio pliometrico unisce tra loro le qualità fisiche della velocità e della forza per creare un atleta in grado di correre più veloce e di saltare più in alto

Il termine utilizzato dai ricercatori in Italia per indicare questo genere di funzione muscolare era “ciclo-stiramento-accorciamento”. L’elasticità muscolare è un fattore importante per comprendere in che modo il ciclo di stiramento-accorciamento può generare una potenza maggiore rispetto a quella generata da una semplice contrazione concentrica del muscolo.

Il riflesso miotatico è un altro meccanismo che fa parte del ciclo stiramento-accorciamento.Un esempio comune di riflesso miotatico è lo spasmo del ginocchio che avviene quando il tendine del quadricipite viene picchiettato con un martelletto di gomma. Il riflesso reagisce al ritmo con cui un muscolo viene allungato, ed è tra i riflessi più rapidi del corpo umano. Tale rapidità è dovuto al collegamento diretto tra i recettori sensoriali del muscolo, le cellule presenti nel midollo osseo e le fibre muscolari responsabili della contrazione. L’importanza della rapidità del riflesso miotatico è che nel ciclo di stiramento-accorciamento, il muscolo subisce una contrazione più veloce rispetto a qualunque altro tipo di contrazione.
Più è veloce lo stiramento o l’allungamento di un muscolo, maggiore sarà la sua forza concentrica dopo lo stiramento. Il risultato è un movimento più potente, in grado di dominare la forza d’inerzia generata dal peso corporeo dell’atleta.



L’allenamento pliometrico può assumere molte forme, inclusi gli esercizi di salto per lo sviluppo degli arti inferiori e quelli con la palla medica per gli arti superiori. Prima di eseguire esercizi pliometrici bisogna effettuare un riscaldamento generale o specifico ,ad esempio la tavoletta propriocettiva.I programmi di allenamento devono essere messi a punto e gestiti con la dovuta cautela, e personalizzati su ogni atleta ,in base alla sua esperienza e agli obbiettivi che vuole raggiungere 

venerdì 16 settembre 2011

Preparazione atletica per lo snowboard

Buon giorno a tutti ..

Da appassionato e praticante di questo sport ho provato sulla mia pelle l'importanza di una buona preparazione atletica prima di mettere la tavola ai piedi.


Notando il crescente interesse che sta creando attorno a se una delle ultime discipline facenti parte della famiglia degli sport invernali, ossia lo snowboard, e dato il numero sempre più crescente di praticanti, mi è sembrato appropriato, visto anche il periodo dell'anno effettuare alcuni studi a riguardo, per poter creare un'appropriata preparazione atletica che permetta ai praticanti di divertirsi sulle piste in sicurezza perché pronti a livello muscolare.Ho notato osservando e provando in prima persona il gesto tecnico e la conduzione della tavola che vi sono due qualità neuromuscolari fondamentali, la forza esplosiva, resistenza e capacità di controllo propriocettivo.
Per potersi presentare sulle piste in condizioni fisiche buone,quindi ridurre i rischi di infortuni, i praticanti dello snowboard dovrebbero recarsi in palestra almeno 3 mesi prima di andare sulle piste.

Il primo periodo sarà dedicato al sistema cardio-respiratorio con sessioni di fondo e di interval training , da subito molto importante sarà lo stretching per preparare la muscolatura alle sollecitazioni del gesto tecnico.

Altra caratteristica da aggiungere da subito nel programma è la propiocettività, utilizzando tavolette,reti elastiche o pedane vibranti e altro...., l'importante che stimoli i recettori articolari in modo da allenare le articolazioni a continue variazioni di posizione e carico,cosa che succede in continuazione sulla tavola da snowboard

IL Secondo periodo si allenerà la forza e la resistenza  per queste due caratteristiche il mio consiglio è di utilizzare dei circuiti specifici. Lo snowboard è un disciplina che richiede doti atletiche da utilizzare nello stesso momento quindi la forza e la resistenza diventano fondamentali.

Uno dei più grossi problemi che ci si trova a dover affrontare è quello di persone che non praticano alcuna attività sportiva per tutto l'anno e a novembre si improvvisano snowboader provetti con il risultato di pronto soccorsi colmi e ortopedici con un gran  sorriso ....

I muscoli che dovranno essere allenati maggirmente saranno gli arti inferiori, seguiti dagli addominali e dai paravertebrali e infine il tronco e gli arti superiori che sono meno sollecitati da questo tipo di sport.


Sarebe importante per chi vuole prepararsi a questa disciplina, recarsi in palestra almeno 3 volte la settimana.Alternando sedutedi allenamento cardiovascolare, a sedute dove si andrà a potenziare la muscolatura.

Le sedute aerobiche saranno precedute da un riscaldamento, dallo stretching e da esercizi di propriocettività.Successivamente si eseguirà un allenamento specifico che porti delle migliorie a carico del cuore e polmoni.

Le sedute di potenziamento con utilizzo di sovraccarichi  saranno impostate a circuiti
I circuiti li ripeteremo più volte, fondamentale sarà alternare un giro con basse ripetizioni e alto carico ad un giro con alte ripetizioni e carichi bassi.

Lo scopo sarà rendere i muscoli forti e resistenti,così da poter sopportare le grandi sollecitazioni a cui sono sottoposti in una discesa in pista,con cambi continui di direzione e salti improvvisi.


Altra metodica per sviluppare forza esplosiva e la reattività è la pliometria, che consiste nel sottoporre un distretto muscolare, a una azione di stiramento seguita immediatamente da una contrazione concentrica. In questo modo il muscolo sottoposto a stiramento accumula una certa quantità di energia che utilizza nella contrazione successiva, aumentandone così l'intensità.
Nell'allenamento pliometrico classico si chiede al soggetto di compiere dei salti verso il basso da una determinata altezza, seguiti da un immediato rimbalzo in alto o in avanti
Nel caso il soggetto risponda bene a questo tipo di allenamento, si potra far eseguire dei salti a uno o due piedi in successione,così si sfrutta la fase pliometrica fra un balzo e l'altro.

 Esempio di allenamento 
 
Riscaldamento 10 minuti
Stretching 5 minuti 
Tavolette propriocettive 5 minuti 
Crunch 4 serie
Crunch inverso 4 serie
Squat 5 serie 
Affondi 4 serie 
Hiperextention 3 serie 
Panca piana con manubri 4 serie 
hammer cult 2 aerie 

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per informazioni
Augusto Bonetto
ago.ptrainer@libero.it

lunedì 12 settembre 2011

La lombalgia

Nella lombalgia i problemi nella zona  vertebrale sono molto frequenti e interessano in modo particolare i livelli tra L4-L5 e L5 S1 . L'incidenza della lombalgia fra gli atleti oscilla tra 8 % e 85% secondo il tipo di atleta e l'attività a cui si sottopone, solitamente in questi soggetti la lombalgia è legata a eventi traumatici in acuto o piccoli traumi ripetuti in cronico che portano al fenomeno doloroso.I fattori che portano alla lombalgia sono diversi :

Mancanza di esercizio di estensione lombare 
Flessioni frequenti
Posture scorrette sia  in posizione seduta che in stazione eretta 
Movimenti bruschi , improvvisi o inadeguati 
La stanchezza , lavori pesanti o che richiedono posture scorrette 
(restare in piedi per parecchie ore consecutive )
A livello di allenamento tutte le attivita che sollecitano il rachide 

La lombalgia può essere classificata in tre sintomi principali :

Lombalgia Posturale:

posture scorrette mantenute per periodi prolungati sollecitano in modo marcato i tessuti molli, che portano al dolore, questo tipo di lombalgia a la caratteristica di essere intermittente.Il rachide non presenta alterazioni strutturali e il dolore durante l'attività fisica è assente. L'unica cosa che salta agli occhi è un'alterazione sul piano posturale.
L'atteggiamento iperlordotico porta le faccette articolari a contatto, il carico non grava più sul disco e le faccette vanno incontro a fenomeni infiammatori con conseguente dolore.
Ad aggravare la situazione si ha anche una chiusura del forame intervertebrale con possibili pinzettamenti del nervo che ne fuoriesce. Si può presentare anche la tipica schiena piatta dove la colonna vertebrale è meno capace di sopportare i carichi ai cui è sottoposta .Per cercare di risolvere i problemi di questo tipo di lombalgia occorre una rieducazione posturale.

Lombalgia da disfonzione :
Si manifesta con una contrattura da adattamento che fasi che vi sia perdità della mobilità che provoca dolore durante l'esecuzione dei vari movimenti, prima che questi abbiano completato il loro arco di movimento.
Traumi frequenti a livello del rachide sono il primo fattore scatenante. Questa lombalgia prende il nome secondo la direzione del movimento ridotto.Può manifestarsi in estensione, flessione o inclinazione laterale.Per risolvere i problemi portati da questa sindrome bisogna ridare mobilità ai settori da essa colpiti , tramite esercizi di stretching. La guarigione è lunga perche bisogna ridare mobilità a strutture che l'avevano perduta.

Lombalgia da erniazione

Per ernia del disco si intende la migrazione del nucleo polposo. La fuoriuscita del nucleo polposo comporta sia una compressione meccanica sia una reazione infiammatoria delle strutture anatomiche del rachide.Nell'ernia il nucleo polposo cambia la sua posizione in maniera non fisiologica all'interno del disco intervertebrale tali da cambiare l'assetto della colonna vertebrale.Solitamente la sua fuoriuscita è al 10% anteriore e 90% posteriore cioè all'interno del canale vertebrale dove è contenuto il midollo spinale.

per informazioni
Augusto Bonetto
ago.ptrainer@libero.it


venerdì 9 settembre 2011

Parametri dell'allenamento.........

Oggi esiste molta chiarezza sui parametri che regolano l'allenamento, in quanto la scienza ha contribuito molto al loro miglioramento. Questo per far capire che le scelte non sono più casuali , ma dettate da logiche derivate da studi e sperimentazioni .


ADATTAMENTO ANATOMICO : Si consiglia l'utilizzo di un allenamento a circuito dove l'intensità e a 30/60% del massimale, si considerano da 1 a 2 serie per gruppo muscolare per 12 a 20 ripetizioni , un solo esercizio per gruppo muscolare con una pausa tra le serie che va da 20 a 60 secondi 

IPERTROFIAintensità moderata 60/80% del massimale, ripetizioni tra 6 e 12 mentre le serie variano da grandi gruppi muscolari (4/8)a piccoli (1/3). ogni muscolo deve essere allenato con esercizi da 1 a 4 con pause 60 120 secondi

FORZA: intensita alta tra 80/100% del massimale .Con ripetizioni che vanno da 1 a 5 ,  le serie per gruppi muscolari grandi da 5 a 10 piccolo da 2 a 4 .Esercizi per gruppo muscolare 1/2 pause tra le serie 120/160 secondi (molto importante la pausa . 


per informazioni
Augusto Bonetto
ago.ptrainer@libero.it

le 3 serie per 10 ripetizioni ...... Ma è una regola fissa ???

Buon giorno a tutti ....

Dalla mia esperienza di personal trainer ho notato
quante volte esperti del settore consegnano al cliente di turno 
tabelle con indicato all'interno 3 serie da 10 ripetizioni. 
E un classico che si ripete da moltissimi anni così si chiede al cliente di effettuare la panca piana 3x10 la leg machine 3x10 e così via......Il 3x10 rimane un evergreen utilizzato e abusato, 
la problematica è appunto l'abuso, quando la tabella riporta lo stesso numero di serie e ripetizioni per tutti gli esercizi. Il 3x10 risale agli anni 40 probabilmente in seguito a qualche nuova idea e sperimentazione in palestra .Non è un concetto sbagliato , spesso si adotta questa metodica.,ma meglio valutare prima la tipologia di cliente e di gruppo muscolare al quale viene somministrato l'esercizio. E' importante ricordare che il 3x10 non può essere applicato agli stessi esercizi e allo stesso gruppo muscolare, in quanto alcuni di essi richiedono maggiore enfasi rispetto ad altri.
Bisogna tenere in considerazione che non tutti i muscoli richiedono lo stesso volume di esercizio. Esempio bicipiti e spalle non hanno bisogno dello stesso numero di serie dei dorsali.

Bisogna tenere in considerazione la grandezza dei muscoli e la loro funzionalità .

Buon allenamento a tutti

giovedì 8 settembre 2011

La Scogliosi


La scogliosi è un dismorfismo della colonna vertebrale.Le deformità che essa comporta a livello vertebrale e della gabbia toracica fanno si che la qualità della vita sia compromessa a tal punto che può portare a serie complicazioni a livello cardio-respiratorio tali da mettere a repentaglio la vita di chi ne è colpito.


Qualsiasi tipo di scogliosi è destinata a evolvere in contemporanea con l'accrescimento somatico.

 

Solitamente il periodo peggiore e quello della fase di accrescimento osseo, che provoca squilibri a tutto il sistema. 
Una scogliosi che insorge in giovane età ha una grande possibilità di diventare catastrofica per il soggetto. Un altra situazione in cui ci si può imbattere in un atteggiamento scogliotico è quando  la colonna vertebrale compensa atteggiamenti sbagliati, difetti visivi, difetti morfologici agli arti inferiori e problematiche al cingolo scapolo omerale.Questa situazione si differenzia perche il rachide non presenta deformazioni a livello dei corpi  vertebrali. Un soggetto in questa situazione si presenta psicologicamente deviato.La scogliosi è una patologia da cui non si può guarire, ma si può limitare l'evoluzione con tutti i limiti del caso.In caso di scogliosi si devono evitare alcune manovre :


Evitare carichi che vanno a pesare sulla colonna vertebrale
Evitare torsioni del rachide 
Evitare corsa e salti 
Evitare inclinazioni laterali

Valutare la postura in dinamica


Alla valutazione statica precedente si deve aggiungere la valutazione dinamica .
In questa valutazione prenderemo
come riferimento i movimenti della colonna vertebrale in modo globale o settoriale .


Si chiederà al soggetto di eseguire la  flessione, l'estensione e le inclinazioni laterali e le torsioni valutando se il range di movimento è fluido,completo e se eseguito in assenza di dolore .
Si andrà successivamente a valutare la deambulazione del soggetto per poter valutare eventuali squilibri durante la camminata.


per informazioni
Augusto Bonetto
ago.ptrainer@libero.it

mercoledì 7 settembre 2011

Valutazione posturale

La nostra  postura è influenzata da vari fattori che il nostro organismo percepisce e trasmette al sistema nervoso, che a sua volta elabora una serie di risposte. Tutto ciò può essere chiamato  sistema posturale. Esso si presenta come un insieme molto complesso, formato da varie  strutture del sistema nervoso centrale e periferico, fra quete troviamo :

il piede                                                                                                      

l'occhio 
la pelle (sistema cutaneo)

i muscoli

le articolazioni

l'apparato stomatognatico ( fonazione, masticazione e deglutizione )

l'orecchio interno

Per poter dare una valutazione sulla postura di un determinato soggetto , ci si avvale di test clinici , esami strumentali ,anamnesi e osservazione del soggetto .
L'individuo sarà analizzato in posizione ortostatica (in piedi ,braccia lungo i fianchi ) nei tre punti dello spazio frontale, sagittale e traverso.

Si potrà utilizzare un posturoscopio ( strumento composto da griglie della dimensione di un uomo su cui si traccia la verticale di barrè.
In assenza del posturoscopio si può utilizzare il filo a piombo .
Oltre alla verticale di barrè si valuta nel soggetto simmetria e equilibrio , prendendo come riferimento:

Anteriormente                                                                                                

la linea bipupillare

la linea biacromiale

la linea intermammaria

la linea delle spine iliache antero superiori

la linea dei polsi. 


Sempre sulla parte anteriore si andrà a valutare se il mento, l'apofisi xifoidea dello sterno e l'ombelico sono posizionati sulla stessa linea.
Altra valutazione  da fare è quella  sul triangolo della taglia formato dalla linea del fianco con il braccio.Solitamente chi presenta scoliosi ne ha uno più corto dell'altro.


Posteriormente si prenderà come riferimento


la linea biacromiale

la linea delle scapole

la linea bis iliaca

la linea glutea

la linea delle pliche delle ginocchia

Sempre nella parte posteriore si valuterà la settima vertebra cervicale con la cresta mediale dell'osso sacro se rimangono sulla stessa linea.
Si valuteranno inoltre, rotazioni e assimmetrie dei segmenti scheletrici e la presenza di zone con alterato trofismo muscolare.
Così da poter stilare un programma personalizzato ed intervenire sul soggetto
 I sintomi  manifestati  dal soggetto fanno  sì che spesso la medicina non riesca a collocare il paziente in una precisa categoria in quanto i sintomi migrano e colpiscono i più svariati apparati.

Quindi é molto importante per ogni persona che comincia un attività fisica in palestra sottoporsi ad una analisi posturale attraverso la quale  il tecnico potrà proporre esercizi specifici per la persona


lunedì 5 settembre 2011

Cause delle alterazioni posturali


Vi sono molteplici cause dello squilibrio posturale :


squilibri dell'occlusione , masticazione, fonazione, deglutizione 


sistema vestibolare (orecchio)



sistema visivo per la corretta coordinazione dei movimenti oculari



appoggio plantare  , piede piatto ,piede cavo 


alterazione dettata dalla presenza di cicatrici 



problematiche dentali,devitalizzazioni ,granulomi ecc
 






squilibri dovuti a cause psicologiche 


per informazioni
Augusto Bonetto
ago.ptrainer@libero.it

cos'è la posturologia ???

Lo studio della postura ha come fine di individuare le cause degli squilibri posturali responsabili di molteplici disturbi che interessano, soprattutto, ma non esclusivamente, l’apparato muscoloscheletrico come le scoliosi(dismorfismo), le algie della colonna vertebrale(paratrofismi ), la cefalea, i disturbi dell’equilibrio,ecc

La postura che noi abbiamo assunto nel corso della nostra vita è la somma ed il risultato di una serie di informazioni che giungono al cervello dall’ambiente interno del nostro organismo (dai muscoli, dalle articolazioni, dall’apparato masticatorio, dalla muscolatura della pianta del piede che provvede all’appoggio,  alla fonazione ed alla deglutizione ecc) e dall’ambente esterno mediante la vista, i recettori dell’orecchio finalizzati al mantenimento dell’equilibrio (sistema vestibolare) ed alla percezione del suono, la pelle finalizzata alla percezione del tatto ecc.... 

Al mantenimento di una determinata postura contribuiscono anche  fattori psicologici che che sono dovuti alle nostre relazioni personali .Detto questo si capisce quanto  il deficit posturale necessità di un approccio olistico che consenta d’individuare quali sono le cause delle alterazioni posturali a qualsiasi livello esse si realizzino, per poterle correggere con un intervento integrato .

venerdì 2 settembre 2011

Cos'è la postura....

Buon Giorno a tutti ,
iniziamo col parlare  un pò di postura .



Come riesce un uomo a mantenere una postura eretta o inclinata contro il  vento che soffia su di lui? E' evidente che egli possiede un senso attraverso il quale conosce l'inclinazione del proprio corpo e che possiede l'attitudine ad aggiustarla e correggere ogni scarto in rapporto alla verticale (Charles Bell-1837)

Sir Charles Scott Sherrington nel suo "Integrated action of the nervous system" scrisse: "La maggior parte delle azioni riflesse espresse dai muscoli scheletrici  sono posturali." Il sistema scheletrico del corpo umano è mantenuto  in certe attitudini posturali in relazione all'orizzontalità dello sguardo, all'asse verticale; tali attitudini sono una in relazione all'altra.
Il termine "postura" proviene dal latino "positura" che vuol dire posizione, termine a sua volta  derivato da pònere. Per postura si intende dunque il rapporto con cui i diversi segmenti corporei concorrono all'attuazione di un qualsiasi gesto o posizione 
 La postura è l’atteggiamento che il nostro corpo assume nello spazio per opporsi alla forza della gravità. Questa elaborazione del sistema nervosoè il risultato di tutti gli stimoli che derivano dagli apparati: vestibolare, acustico, visivo, proprioccettivo e dalla condizione psicologica

Il sistema posturale é legato alla singola ed individuale storia di ognuno di noi, con il passare del tempo va incontro a modificazioni al fine di compensare in qualche modo gli squilibri che si sono venuti  a creare ( differentza di altezza delle spalle , rotazioni del bacino, atteggiamenti scoliotici, vizi di appoggio plantare, testa inclinata etc.) fino a quando ne avrà la possibilità.

In un secondo momento, invece, quando non gli sarà più possibile compensare, compariranno i primi dolori. Il  sistema, infastidito dai vari compensi, quindi, vedrà insorgere tutte le problematiche più comuni (cefalee, cervicalgie, nevralgie, difetti di masticazione e dell’occlusione dentale, dorsalgie, lombalgie, lombosciatalgie, dolori alle spalle, alle braccia, alle anche, alle ginocchia, alle caviglie) ma anche disturbi meno noti (difficoltà di guidare la  notte o di concentrazione nella lettura, problemi  mandibolari ecc.): tutte patologie che complicano  notevolmente la vita quotidiana e di conseguenza,la nostra psiche.

Si crea quindi un circolo vizioso:la psiche influenza la postura e di conseuenza la postura, adattata ai compensi venutisi a creare, influenza la psiche determinando inoltre ripercussioni negative sul sistema nervoso, sulla circolazione, sulla digestione e sulle altre funzioni organiche.


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Augusto Bonetto
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